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In bicicletta

  • 10 Agosto 202018 Agosto 2020
  • by Riccardo Lucatti

L’avevamo abbandonata per le due ruote e poi per le quattro: vecchi filmati in bianco e nero ci ricordano l’Italia in Vespa/Lambretta e in “600”, ma ora la bicicletta si sta riprendendo la sua rivincita, in città, in montagna, lungo i percorsi di fondovalle.

Nelle città la bicicletta è più veloce delle auto, la cui velocità media – a causa del traffico – varia fra i 7 e i 14 kmh, al pari delle carrozze a cavalli dei secoli scorsi. Per non parlare dei problemi dell’inquinamento e della sosta! Ma la sorpresa è la bici “fuori città”: il ciclo escursionismo e il ciclo turismo. Ora poi, con l’innalzamento dell’età media della popolazione e l’avvento delle E-bike, il fenomeno sta esplodendo. Entriamo quindi in qualche dettaglio.
Il ciclo escursionismo è il turismo a pedali al di fuori delle consuete piste ciclabili di fondovalle. Il termine escursione ci richiama la gita in montagna, e così è: senza inquinare, senza vietare, bensì “regolamentando”, come fa fatto l’Austria che con il suo Tirol Bike Safari (v. internet) ha messo in rete oltre 700 km di discese su sentieri montani assistiti dalla risalita con ben 17 funivie. Per la risalita si possono acquistare biglietti giornalieri o plurigiornalieri, lungo i percorsi è garantita ogni tipo di assistenza e di servizi. In altre parole: l’Austria ha valorizzato un nuovo prodotto turistico: i suoi “dislivelli estivi”. Già, perché bicicletta è anche destagionalizzazione (in questo caso della stagione sciistica). In Italia il CAI Centrale ha pubblicato diversi quaderni di ciclo escursionismo, tutti reperibili in internet. In Trentino esistono alcune iniziative del genere in singole valli, ma manca la messa in rete delle varie proposte, manca la presa di coscienza del valore del nostro prodotto turistico “dislivello estivo”, soprattutto a sostegno e destagionalizzazione della stagione sciistica che le bizze del clima rendono talvolta precaria.
Il cicloturismo non si arrampica sui dislivelli, bensì pedala lungo le ciclabili di fondo valle le quali – tuttavia – qualche salitella non te la negano mai. La nostra regione è già molto ben dotata di alcune centinaia di km di pite ciclabili: il passo ulteriore da compiere è il completamento della connessione fra le singole tratte, l’adozione di una segnaletica migliore e uniforme, la regolamentazione ed il controllo della circolazione soprattutto lungo le piste ciclopedonali e soprattutto il marketing del prodotto nei confronti dei turisti italiani e stranieri che utilizzano le nostre piste ciclabili rispettivamente soprattutto in primavera e autunno (gli italiani) e in estate (gli stranieri, soprattutto tedeschi). Già, perché la Germania è la nazione più pedalatrice in assoluto e per il 50% predilige la nostra regione con una spesa complessiva di 211 milioni di euro ogni estate. Altri 211 milioni vengono spesi dai tedeschi a pedali nel resto dell’Italia.
La Pista ciclabile della Valle dell’Adige è una delle due colonne portanti del sistema (l’altra è il sistema delle piste dell’Altogarda Trentino). Dalla Valle dell’Adige si devono completare i collegamenti verso la Valsugana e le Valli dei Laghi e si potrebbe dotare il sistema di una risalita funiviaria verso il Monte Bondone, così come il ripristino della seggiovia da Zambana Vecchia a Fai. In tal modo si salderebbe il ciclo escursionismo al cicloturismo, cosa oggi agevolata dalla fortissima espansione delle E-bike, biciclette a pedalata assistita che ampliano la platea degli utenti verso età più avanzate (e più disponibili a spendere!), e allungano i percorsi medi giornalieri.
Le E-bike, una sorpresa! Ve ne sono di tutti i tipi: le più semplici per fare la spesa in città; quelle da cicloturismo; quelle da ciclo escursionismo (le mtb-mountain bike). Pesano circa 25 kg ed hanno un’autonomia che supera i 150 km (in pianura). Nessun problema per la loro ricarica in qualsiasi bar lungo il percorso. Esse consentono di continuare a effettuare percorsi importanti a chi per l’età o altro ciò non sarebbe più consentito e, per converso, ampliano la platea dei pedalatori verso chi pedalatore non sarebbe mai diventato. Infine sono utilizzate in modo sportivo da chi, utilizzando al minimo l’aiuto elettrico, fa ugualmente “girare” a tutta birra la propria muscolatura: in Val Venosta mi risulta che siano addirittura già state organizzare gare sportive con le E-bike.
Le E-bike sono costose? Certo, costano un po’, diciamo da 1500 euro in su, ma nel nostro gruppo di associati a Fiab Trento vi sono alcuni amici che compiono tutte le nostre escursioni con bicilette da città dotate di ottimi cambi il cui costo non supera i 300 euro. Biciclette per tutte le tasche, dunque!
Quanto si fermano in regione i cicloturisti? Da studi della PAT e della FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta), risulta che il 72% di loro si ferma da tre a sette notti; che il 25% di loro è stanziale e compie pedalate con percorsi a raggera e il 75% viaggia su percorsi lineari.
Concludo questa mia veloce carrellata con l’auspicio che alla bicicletta – in ogni suo aspetto – sia data la centralità che merita per i vantaggi che il suo utilizzo porta all’economia, all’ambiente e soprattutto alla salute di chi se ne avvale. Concludo? Ma non prima di proporvi una mia poesiola:

BICI, PERCHE’?

Perché
in una chiesetta al Ghisallo
riposa sospesa
antica reliquia a pedali.

Perché
insieme a lei
tu scali la vetta
compagno soltanto a te stesso.

Perché
ti ha insegnato
ad alzare più spesso lo sguardo
a scrutare che cielo farà.

Perché
sempre incontri qualcuno
che non ha timore
di aprire la sua vita al vicino.

Perché
con il vento dei sogni
giocando
ritorni un poco bambino.

Perché
restituisce
ad un uomo affannato
profumi di suoni e colori.

Perché
in salita
ricorda ad ognuno
che volendo e insistendo si può.

E poi, … perché no?

Il Ravennate all’ombra dei pini
Per un percorso ciclopedonale lungo il Bus de Vela

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