La vera sfida per il PUMS e annesso Biciplan della città di Trento sarà il collegamento con le colline. Di particolare importanza il percorso ciclabile, finalmente ora in programma, con il Bus de Vela a ovest e con i sobborghi a est.
Per quanto riguarda la collina ovest, in attesa della tanto agognata ciclabile in sede propria lunga la valle del Rio Vela, che richiederà almeno 4 – 5 anni, è necessario fornire delle alternative sicure e sostenibili a chi vuole raggiungere Trento senza usare un’automobile.
La richiesta di mobilità sostenibile è particolarmente sentita anche da residenti, lavoratori e lavoratrici della collina est, che nel 2019, riunitisi in un comitato e supportati da FIAB Trento, hanno sottoposto al Comune di Trento la sistemazione di ben 15 percorsi di collegamento pedonale e ciclabile, corredandoli da oltre 300 firme.
Il collegamento con la vasta area della collina est, che va da Martignano a nord fino a San Rocco di Villazzano a sud, è un nodo cruciale, sia per l’estensione geografica che per l’ampio bacino di residenti e lavoratori che insiste su questa zona. Per questo riteniamo che la realizzazione dell’ascensore di Mesiano, che da viale Bolognini porterà alla Facoltà di Ingegneria, sia solo un primo tassello di un indispensabile sistema di collegamenti leggeri che deve servire l’intera collina, collegando i sobborghi tra loro sulla direttrice nord-sud e con il fondovalle sulle direttrici est-ovest. Sarà poi necessario realizzare anche il prolungamento ciclabile dall’arrivo dell’ascensore all’abitato di Povo e Martignano oltre che le Facoltà di Fisica e l’IRST.
Su questo asse, una interessante possibilità sarebbe un collegamento ciclabile che dal ponte di pietra della Salita Manci conducesse all’allacciamento con la nuova ciclabile in fase di realizzazione in via Valsugana. Non è pensabile che chi è diretto in Valsugana o a San Donà, Cognola o Martignano scelga di arrivare a Mesiano per poi scendere: per incentivare la mobilità in bicicletta servono collegamenti diretti senza dislivelli evitabili. Si potrebbe realizzare, invece, una ciclabile elicoidale ben progettata dal punto di vista stradale ed architettonico per superare il dislivello tra il ponte in pietra della Salita F. Manci (quella che porta a Mesiano) e via dei Bolner (via Venezia) rimanendo sulla destra orografica del Fersina. In alternativa è realizzabile una mensola a sbalzo sulla forra del Fersina; si tratta in entrambi i casi di soluzioni tecnicamente fattibili. Il raccordo con il centro sarebbe garantito a costi contenuti magari ridistribuendo in maniera più equa lo spazio anche di via Grazioli, riducendo le attuali quattro “corsie” destinate alle automobili (due di marcia a senso unico e due di stazionamento) e restituendolo alla mobilità leggera. Per contrastare l’incremento del traffico urbano non bastano le infrastrutture ciclabili e le campagne di incentivazione alla mobilità ciclabile, ma servono anche politiche di moderazione del traffico.
Infatti, rammentiamo la necessità di affiancare a ogni spinta verso la mobilità sostenibile una spinta uguale e contraria per disincentivare la mobilità insostenibile che si manifesta ogni giorno con 100-120 mila veicoli a motore in entrata in città (https://www.ladige.it/cronaca/2010/12/19/trento-110-mila-auto-ogni-giorno-in-citta-1.2813910) e altri 260 mila spostamenti interni al capoluogo, con costi enormi in termini di collisioni stradali, rallentamento del servizio pubblico di trasporti e inquinamento.