Quanto sta avvenendo in piazza Centa dovrebbe far riflettere sulle politiche di gestione dello spazio urbano.
La complicata realizzazione del parcheggio pertinenziale, dove i lavori sono stati interrotti perché si rende necessaria una bonifica di terreni contaminati, diventa caso paradigmatico di una strategia che apporta ben pochi vantaggi alla collettività. La creazione di 44 posti auto interessa un uguale numero di residenti della zona. Abbiamo già espresso il nostro scetticismo di fronte all’idea di continuare a costruire parcheggi (pertinenziali o meno), perché siamo convinti che si tratti di una scelta controproducente. La questione dei parcheggi è infatti un importante tassello della strategia di incentivazione al non utilizzo dell’auto privata a favore di una mobilità più attiva e sostenibile. Va da sé, infatti, che la possibilità di parcheggiare sotto casa continua a rendere attraente l’automobile.
Nell’analisi costi/benefici dovremmo anche interrogarci sul fatto che un parcheggio pertinenziale per 44 residenti ha reso non fruibile uno spazio verde prezioso per l’intero quartiere per un tempo lungo. Adesso quel tempo si allungherà ulteriormente, rendendosi necessario l’intervento di bonifica, il cui costo temiamo ricada, ancora una volta e ingiustamente, sulla collettività. Chiediamo che almeno questi denari vengano tolti dai capitoli spese destinati ai parcheggi, che si renda al più presto possibile il parco fruibile alla cittadinanza e che magari si realizzino sperimentazioni di urbanistica tattica come quelle proposte per Piazza Centa già nell’estate 2020 dai partner del progetto #CAMBIAMOLASTRADA (vincitore del bando Intrecci Possibili 2019 e finanziato dall’Ufficio sVOLta).
In generale, riteniamo che la costruzione di parcheggi pertinenziali su aree pubbliche sia giustificata solo in casi particolari, dove ciò risulti necessario per una riqualificazione dell’area che porti ad una sua migliore fruizione, favorendo l’accessibilità agli spazi pubblici (come parchi e giardini), la mobilità ciclo-pedonale e tolga almeno un ugual numero di posti auto in superficie attiva: il parco Duca D’Aosta lungo via Matteotti è stata una realizzazione positiva in tal senso. Altri casi recenti, invece, come via Palermo e via Esterle, sono scoraggianti: ci si è limitati al mero ripristino dello stato precedente e ad un inalterato numero di parcheggi in superficie. Il periodo di sottrazione dello spazio pubblico, tanto prezioso per tutti i cittadini e in particolare per anziani e bambini, soprattutto se si tratta di un parco, è un elemento che va preso in considerazione ed è giustificabile solo se, a lavori ultimati, si crea più spazio per le persone, ampliando le zone pedonali, creando infrastrutture ciclabili e aumentando il verde.
FIAB TRENTO Amici della Bicicletta Daniela Baraldi
LEGAMBIENTE Circolo di Trento Andrea Pugliese