Il 5 maggio del Virus

12 Marzo 2020 | I soci raccontano

Una poesia composta dal nostro socio Giovanni.

E arrivò finalmente il 5 maggio 2020: data fatale e per il Virus…periamo!…e per Napoleone. Inizia la fase 2: si comincia…con prudenza e mascherina…a uscire di casa. Per l’occasione Giovanni chiede venia al buon Manzoni e scrive:

Ei fu. Siccome immobile
Dato il mortal sospiro
Stette la spoglia immemore
Del gran corona virus
Che il bel Paese tutto
Contaminando và.

Dai monti del trentino
Ai lidi genovesi
Dagli assolati campi
Dei lidi ferraresi
Il bel Paese tutto
Costrinse a stare in cà.

Ma venne il cinque maggio
Il fatal dì arrivò
L’italico decreto
Il popol liberò.
Con guanti e mascherine
Andremo tutti al mar.

Fu vera gloria? Ai posteri
Sentenza noi lasciamo.
De le virtù italiche
Qual gufi dubitiamo.
Ma or sian date l’ali:
Sia lecito il sperar.

L’impiegato statale
Solerte nel timbrare
Va presto al suo lavoro.
Il falso cieco al mare
In moto più non va
A l’INPS ora richiede
L’indennità cessare.

Nessun chiede mercede
Pur senza lavorare.
Il giovane studente
Solerte va a studiare
E chi le tasse evade
S’appresta ora a pagare.

La italica virtude
Che bel fece il Paese
Rinasce e si diffonde
E l’entusiasmo accese!
Dall’angol suo ascoso
Il virus sta a guardare.



In copertina: PIRO4D da Pixabay