Terminata l’emergenza che stiamo vivendo, la mobilità attiva, pedonale e ciclabile, sarà un ingrediente fondamentale per garantire gli spostamenti in sicurezza di tutte le persone. Se infatti da un lato è verosimile attendersi una diminuzione dell’utilizzo del trasporto pubblico, dall’altro è necessario che le amministrazioni competenti facciano tutto ciò che è in loro potere per scongiurare un incremento del trasporto privato motorizzato, che sarebbe insostenibile per le nostre città.
Il blocco forzato di gran parte delle attività e degli spostamenti ha mostrato infatti ciò che la nostra e altre associazioni vanno dicendo da anni. Le quattro settimane di blocco dal 10 marzo al 7 aprile hanno visto una diminuzione della mortalità e del numero di collisioni stradali che si attestano attorno al -80%. Inoltre l’inquinamento atmosferico è calato drasticamente in tutte le aree soggette a blocco, specialmente significante per quanto riguarda gli ossidi di azoto, un marcatore specifico dell’inquinamento dovuto al traffico.
In Italia ogni anno le morti legate alla scarsa qualità dell’aria sono più di 80mila, secondo stime dell’OMS, oltre 800mila a livello europeo, e la comunità scientifica sta investigando attivamente l’ipotesi che l’aggressività del coronavirus (SARS-CoV-2) sia maggiore in soggetti il cui sistema respiratorio è già debilitato a causa dell’inquinamento.
È proprio in questa situazione di emergenza che dobbiamo ripensare radicalmente il nostro modello di società. La riflessione sulle politiche di mobilità è già in corso. Dalle colonne dello Spiegel, il ministro della sanità tedesco invita i suoi concittadini a preferire la bici al mezzo pubblico; a Berlino e Londra sono apparse nuove piste ciclabili delimitate temporaneamente da paletti o coni, per fare spazio a chi opta per la bici invece al posto del trasporto pubblico. A New York, gli spostamenti in bicicletta sono aumentati del 67%. A Bogotà, a partire da metà marzo, la nuova sindaca ha reso permanenti i 70 Km di ciclovias originariamente aperti a bici e pedoni esclusivamente la domenica.
Se in Italia si fa fatica a capire l’utilità e la validità della bici come mezzo di trasporto individuale, sicuro ed efficiente, l’esempio virtuoso ci viene dalla vicina Bolzano e dalle dichiarazioni dell’assessore alla mobilità Daniel Alfreider:
Il coronavirus avrà una forte influenza sulla nostra vita quotidiana e sul nostro comportamento, soprattutto nella mobilità. Ma è anche un’opportunità per ripensare le nostre abitudini e trarre le giuste conclusioni per la nostra mobilità dall’esperienza della crisi. Un ruolo importante in questo contesto lo svolgerà la bicicletta. La sensibilità per la salute è aumentata notevolmente in queste settimane. Quali enormi vantaggi abbia per la salute e l’economia l’espansione della mobilità ciclabile è comprovato. Pertanto è il momento giusto di incentivare forme di mobilità sane soprattutto nelle città, e dedicare maggiore spazio alle bici.
I vantaggi dell’uso della bicicletta in ambito urbano sono ben noti: non inquina, non occupa spazio, consente di muoversi nel rispetto del distanziamento fisico e al contempo rinsalda i rapporti sociali e favorisce l’economia di vicinato contribuendo a valorizzare e favorire la frequentazione dei piccoli negozi di quartiere, fortemente colpiti dalle chiusure ma che i cittadini potrebbero riscoprire, spinti dal cercare intorno a casa quello che prima cercavano a chilometri di distanza nei centri commerciali.
Problemi eccezionali richiedono soluzioni eccezionali: è dovere urgente degli amministratori incentivare la mobilità attiva, anche attraverso misure che sarebbero state scartate in situazioni ordinarie.
Troppe strade nel nostro territorio sono dotate di marciapiedi troppo stretti per garantire la distanza interpersonale consigliata. L’infrastruttura ciclabile è spesso assente o dove presente è ricavata togliendo spazio ai pedoni piuttosto che, come dovrebbe essere, a parcheggi e corsie auto. Ora come mai è fondamentale promuovere il senso di sicurezza tra pedoni e ciclisti, e favorire così la mobilità sostenibile e attiva. Promuovere il senso di sicurezza è un aspetto fondamentale per favorire l’utilizzo della bicicletta in sostituzione del mezzo privato. Lo si può fare con interventi temporanei e a basso costo, ad esempio creando corsie dedicate, per contenere il traffico automobilistico e invogliare all’uso quotidiano della bicicletta.
Si tratta di interventi conosciuti con il nome di urbanistica tattica: lo spazio dedicato a pedoni e ciclisti può essere ricavato facilmente sottraendolo alla mobilità privata e ai parcheggi. Studi pilota di questo tipo fanno parte del nostro progetto #CAMBIAMOLASTRADA (finanziata dall’ufficio sVOLta nell’ambito del bando Intrecci Possibili 2019), in collaborazione con l’associazione Acropoli e altre realtà del volontariato di Trento. L’obiettivo è la creazione di ambienti urbani sicuri e tali da invogliare chi pedala per sport o svago a farlo tutti i giorni come soluzione di mobilità. Altre soluzioni prevedono di consentire la circolazione in bicicletta sulle corsie riservate agli autobus e la creazione di zone 30. Restando alle soluzioni infrastrutturali, è da prevedere un potenziamento del bike sharing, e in particolar modo un ampliamento dell’offerta di biciclette elettriche in condivisione, specie nei quartieri della collina, che al momento ne sono sprovvisti.
Parallelamente vanno previste facilitazioni economiche per l’acquisto di biciclette e può essere utile pensare a uno schema di rimborso chilometrico per chi raggiunge i propri luoghi di studio o di lavoro a piedi o in bicicletta, sull’esempio di quanto già accade ad esempio nel comune di Bari.
Queste azioni necessitano di una importante campagna informativa rivolta all’intera cittadinanza, per far comprendere che non possiamo tornare ad una mobilità che mette al centro l’uso dell’auto privata. Lo spazio pubblico è saturo e la qualità dell’aria tornerebbe ad aggravare ulteriormente i rischi sanitari per i cittadini. Ancor più di prima, per la salute dei cittadini sarà necessario promuovere l’attività motoria anche attraverso una mobilità attiva.
È compito delle amministrazioni e della politica trasformare questa emergenza in un’opportunità di sviluppo economico e sociale per il nostro territorio.